L'inizio del 2006 ha segnato per i
Moi Dix Mois un momento di morte e rinascita. Nell'aprile 2005, di ritorno in patria per la data finale del tour
Invite to Immorality, che ha toccato Francia e Germania, il vocalist Juka annuncia pubblicamente di abbandonare il gruppo per diventrgentze artistiche. Nonostante questa importante defezione, il leader e fondatore della band, Mana, continua l'attività dei
Mois Dix Mois e recluta un nuovo cantante, Seth. Nel dicembre scorso, però, anche i restanti membri della formazione originale, Kazuno (bassista) e Thoru (batterista), lasciano il gruppo. Ancora una volta l'alfiere del goth nipponico da prova della sua nota caparbietà,riuscendo comunque a completare l'album <Beyond the Gate e a supervisionarne la contemporanea pubblicazione in Giappone e in Europa. Mana colma inoltre rapidamente le lacune nella band e, a metà dello scorso marzo, parte di nuovo alla volta del Vecchio Continente per il tour promozionale dell'album. Dopo il successo ottenuto anche stavolta ai concerti di Parigi e Berlino, il titolo suona quasi come una prefezia dello sdoganamento del J-Rock in Occidente.
PIù "ROCK" E MENO "J"
Ascoltando le sette tracce di cui si compone l'album appare evidente un radicale cambiamento stilistico rispetto a quanto prodotto dai
Moi Dix Mois nei due lavori precedenti (
Dix Infernal, 2003 e Nocturnal Opera, 2004). Nella tracklist non travano più spazio ballate o pezzi particolarmente melodici (come
Mephisto Waltz per intenderci) e all'interno dei singoli brani gli interludi glam sono ridotti al minimo. Al decremento radicale degli aspetti più pop fa fronte un esponenziale aumento di sonorità dure, che spaziano dal nu-metal all'industrial, rasentando il rumor in più di un'occasione. Una nuova linea sonora resa possibile dalla presenza di K, ex membro dei
Grand Zero, entrato a far parte della band di Mana come secondo chitarrista e death-voice in occasione del tour
Invite to Immorality. Il vocalist si esibisce in un intenso screaming-growling sulla base di taglienti riff di chitarra elettrica e di una batteria ossessiva. Considerato inoltre che i testi sono spesso in inglese, si ha come l'impressione di non essere di fronte ai
Moi Dix Mois ma a un gruppo metal occidentale. Mana mostra però di saper orchestrare sapientemente i contributi di K con quelli di Seth (la cui voce morbida è praticamente indistinguibile da quella del precedente Juka) e con i sepolcrali intermezzi di musica classica ottocentesca passata al sintetizzatore, veri e propri marchi di fabbrica del compositore nipponico. Una miscela ben rappresentata in brani come
Eternally Beyond dove un incipit genuinamente death-metal costituisce un climax di tensione che non sfocia nel "rumore" ma nella solennità di un ritornello neoclassico a base di organo e violini sintetizzati.
Volendo fare un paragone con i videogiochi, se i primi
Moi Dix Mois ricordano da vicino le OST della serie
Castlevania, quelli attuali richiamano non poco la colonna sonora di
Devil May Cry3. Segnando un massiccio avvicinamento della band al gusto occidentale,
Beyond the Gate farà la felicità dei fan del goth-metal alla
Lacuna Coil o
Nightwish rimanendo comunque un ascolto piacevole per tutti.
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