Bokura ga ita, di Yuki Obata

Takahashi Nanami è una vivace e graziosa quindicenne che, al primo giorno delle scuole superiori, non chiede altro dalla vita se non l’opportunità di farsi molti nuovi amici. Il destino, però, ha per lei altri progetti: oltre all’amicizia, Nana troverà l’amore. Ma l’amore, diversamente dalle favole, non porta solo gioia. Si apre per Nana un mondo nuovo, fatto di dubbi, incertezze, piccole gioie, paure, speranze, illusioni, pensieri, tristezza. A metterla di fronte a sé stessa, spingendola verso il lento percorso che dall’adolescenza conduce verso l’età adulta, è la sua tribolata relazione con Yano, il principe azzurro del suo cuore, che dietro a un sorriso solare e un’aria un po’ sfrontata nasconde un triste e difficile passato con cui entrambi i giovani dovranno confrontarsi.
Alla sua prima prova con un’opera di ampio respiro, Obata Yuuki in Giappone ha saputo stupire e conquistare tutti, raggiungendo un successo sempre crescente, culminato nel 2005 quando la sua opera è stata premiata dalla Shogakukan come miglior shojo manga dell’anno a parimerito con Sunadokei di Ashihara Hinako; e, nell’estate del 2006, con la messa in onda di un’omonima serie animata di 26 episodi diretta dall’espertissimo Daichi Akitaro. Caratteristiche salienti della Obata sono la delicatezza e l’atmosfera lieve e soffusa di cui riesce a permeare le sue tavole, sia dal punto di vista grafico che da quello narrativo. In questa atmosfera, in questo ambiente, si muovono personaggi dalle psicologie complesse, non banali, sfaccettate, estremamente convincenti, le cui storie e le cui individualità riescono a raggiungere il cuore dei lettori in maniera silenziosa e gentile. Il risultato è un manga davvero unico, che ci dimostra come sia ancora possibile raccontare storie d’amori adolescenziali in maniera emozionante, intensa, personale e sentita.