La storica azienda di anime giapponesi è in grave difficoltà: il fondatore rivela che se Arietty The Borrower non farà bene al botteghino, rischia di dover interrompere le produzionighibli borrowers 550x259 Studio Ghibli, la società di Miyazaki, sta per chiudereLo scrive Gekosystem: in un’intervista Hayao Miyazaki, autore di fumetti, animatore, sceneggiatore, regista e produttore giapponese di anime di fama internazionale (grazie all’Oscar ottenuto per il film La città incantata ed al Leone d’Oro alla carriera ricevuto alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2005), confessa che, se il loro prossimo film, Arietty the Borrower, non fa bene al box office, ci sono già in atto piani per chiudere Studio Ghibli, la storica società di produzione di cui è fondatore insieme al suo collega e mentore Isao Takahata.
Suzuki-san sta lavorando a un programma per la dissoluzione diGhibli. Non scherzo, ne abbiamo parlato l’altro giorno. Ad esempio, Ghibli dovrebbe essere in grado di continuare con circa cinque membri dello staff come società di gestione del copyright, anche se noi chiudiamo lo studio. Così, Ghibli può dire ‘Fermiamo la produzione cinematografica. Goodbye ‘.
Se Arietty fa bene, però, Miyazaki ha confessato che ha un certo sequel in mente, ambientato nella guerra civile spagnola, i cui incassi potrebbero salvare la casa produttrice. Lo Studio Ghibli nacque nel 1985 da un’idea di Miyazaki e Takahata; su Wikipedia è presente una biografia completa del personaggio e una storia dell’azienda.
Il nome è preso dell’aereo italiano della Seconda guerra mondiale, tratto a sua volta da Ghibli, vento caldo del Sahara. Il primo lungometraggio dello studio vide la luce nel 1986: Laputa: castello nel cielo (天空の城ラピュタ, Tenkū no Shiro Laputa?) che narrava dell’avventura di due ragazzi, sulle tracce di una misteriosa e magica isola fluttuante nel cielo, (lo spunto fu la città di Laputa, descritta da Jonathan Swift ne I viaggi di Gulliver).
Nel 1988, mentre Takahata portava a termine Una tomba per le lucciole Miyazaki presentò Tonari no Totoro, poetica favola moderna sull’incontro di due bambine con un essere magico chiamato Totoro (la cui sagoma fu poi scelta come logo dello Studio) premiata come miglior film dell’anno in Giappone. Nel 1989 con Kiki consegne a domicilio (魔女の宅急便, Majo no Takkyubin?) iniziarono i successi al botteghino, nel paese del Sol Levante. Nel 1992 Miyazaki portò a termine Porco Rosso (紅の豚, Kurenai no buta?), il cui titolo rimaneva in italiano anche nelle altre lingue: esso narrava le avventure di un pilota di caccia dal volto di maiale, leggenda dell’aviazione italiana all’inizio degli anni trenta. In questi anni il regista divenne spesso anche sceneggiatore, produttore e responsabile di molti altri processi, nei propri film e in altri prodotti da Ghibli: produsse il film di Takahata Omohide poro poro (おもひでぽろぽろ, Only Yesterday?) del 1991; collaborò al soggetto di Heisei tanuki kassen ponpoko, di Takahata, uscito nel 1994; l’anno successivo fu sceneggiatore e produttore di Mimi wo sumaseba (耳をすませば, Whisper of the Heart?), la cui regia era affidata a Yoshifumi Kondō, sempre all’interno dello Studio.
Dopo alcuni anni di lavorazione uscì nel 1997, Principessa Mononoke (もののけ姫, Mononoke Hime?) che batté ogni record di incassi in Giappone e collezionò numerosi premi. Era un film che inscenava il difficile rapporto tra l’uomo e la natura (e tra gli uomini stessi), il suo lato violento e quello armonioso, all’interno di un’atmosfera mistica popolata di dei ed era ambientato in Giappone nel Periodo Muromachi (1333-1568). In quest’occasione Miyazaki affermò di volersi dedicare ad altri ruoli all’interno dello Studio Ghibli, lasciando la regia ai giovani autori nel frattempo cresciuti alla sua scuola. Ritornò però presto dietro la macchina da presa e nel 2001 usciva La città incantata (千と千尋の神隠し, Sen to Chihiro no kamikakushi?) che in patria ripeté l’ormai consueto rituale di successi presso la critica e il pubblico, ma lo stesso avvenne nel resto del mondo (tra i premi vinti l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e l’Oscar 2003 per il migliore lungometraggio di animazione). Nel 2004 Miyazaki ha partecipato alla 61a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia col suo ultimo film, Il castello errante di Howl (ハウルの動く城, Hauru no Ugoku Shiro?), tratto da un libro di Diana Wynne Jones. Nello stesso anno realizza Ōtsuka Yasuo no ugokasu yorokobi, un lungo film documentario dedicato al suo senpai Yasuo Ōtsuka. Nel 2005 è stato insignito alla 62a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del Leone d’Oro alla carriera.
fonte: giornalettismo.com